"I would like, first of all, to express my gratitude for the lovely opportunity to be an active participant in theory and art in the Festival. In its form and process, the festival mirrored the characteristics of the inter-cultural: The accumulation of knowledge with reference to the theme of intercultural sciences: History, politics, linguistics and social sciences; Existential philosophy with respect to the criteria needed to develop the multicultural modus vivendi; Initiating new strategies for the multicultural; Religious texts contributing to the enhancement of Peace; Comparative religions; An exhibition showing in text and visual means the Life of man and the rituals connected to the passages of life. The comparative aspect of the different religions and cultures serving to emphasize the common ground of the universal human; An exhibition of the Creation myths, Chaos and 12 insights – equally serving to stress the universal in human myth through time and space; Music of the World; Dance of the World; Images of the World; Tastes of the World. Academic criteria formed part of the artistic happenings, enabling the mental and sensual abilities to better understand and sense the message. The naturalness of the project has helped the approach among all the participating representatives…
Dorit Kedar, Centre Interreligiuos for the Peace Tel Aviv, Israel
Occasioni di incontro e di scambio così originali, stimolanti e profondamente arricchenti sono state vissute da tutti i partecipanti coinvolti a differenti livelli. Il Festival è sicuramente un evento atteso, un momento in cui dubbi, domande, questioni curiosità trovano uno spazio interculturale e interreligioso di incontro per condividere idee e progettare nuovi momenti culturali ed educativi.
Prof. Silvia Guetta Ph.D University of Florence, Department of Education Sciences and Cultural and Training Processes, UNESCO Transdisciplinary Chair"Human development and Culture of peace"
Ho fatto un viaggio con il pensiero in diversi parti del mondo ,che emozione ...al confronto con la gente presenti sentivo dì aver trovato il mondo che ho sempre desiderato ..un mondo inter-culturale senza alcun pregiudizio ..
Said Talbi, Presidente Unita' Migranti Italia
Potremmo definire il Festival come una "piccola macchina per pensare". Piccola" perché merita di crescere ancora per l'importanza dei temi e delle sfide che ogni anno affronta e di cui il vivere comune contemporaneo ha sempre più bisogno. Macchina perché è qualcosa di laborioso ed elaborato, innanzitutto per chi annualmente lo pensa e lo realizza, poi per chi ha la fortuna di esservi coinvolto, dall'una o dall'altra parte dei tavoli che non dividono, ma uniscono i diversi attori partecipanti al Festival. Infine, esso è macchina "per pensare", per creare "bolle di sospensione" dall'ovvio, dallo scontato, dal "lo sapevo già" e per inaugurare un "non ci avevo mai pensato", che forse dovrebbe più spesso accompagnare il nostro vivere comune. Il Festival, insomma, è concreto e riuscito tentativo di riscattare una coscienza civile, di cittadine e cittadine, che può e deve essere ulteriormente supportata nel suo tentativo di resistenza all'assopimento morale e politico contemporaneo. Soffiamo nelle e per le sue vele!
Dott. Alberto Pirni, Ricercatore presso la Scuola Superiore S.Anna di Studi Universitari e di Perfezionamento
Il Festival è stato sicuramente un’occasione significativa di confronto e di conoscenza, di riflessione e di dialogo. Uno spazio libero e aperto a tutti; una proposta culturale e di incontro per superare i pregiudizi e la non conoscenza trovando strade comuni con chi è diventato prossimo a noi, in un contesto multiculturale e multietnico. Musica, danze, colori, sapori, letture, immagini, incontri e voci….sono stati i mezzi attraverso i quali tentare l’avventura sempre affascinante e straordinaria di incontrare l’altro e lasciarsi incontrare. Un percorso che non può avvenire solo attraverso la ragione e lo studio, perché attraversa anche le emozioni e il cuore, passa per la condivisione della vita e della bellezza, del dolore e della gioia, della storia e delle credenze…per cercare di scorgere davvero nei volti il volto dell’altro.
Barbara Pandolfi, Istituto Superiore di Scienze Religiose "Stenone"
Il Festival Nazionale delle Culture è stata un’opportunità straordinaria per confrontarsi e diffondere la conoscenza, il rispetto e il dialogo fra persone di diversa cultura e religione.In particolare, la suggestiva mostra “Donne, culture e religioni”, organizzata all’interno del Festival, ha restituito un’immagine della donna mutevole, inserita nei vari contesti sociali e culturali senza, tuttavia, essere intrappolata sul piano epistemologico in modelli stereotipati che spesso inibiscono il confronto, il dialogo, la compenetrazione e la comprensione. Donne, madri, mogli, figlie, ma anche lavoratrici, scienziate con un denominatore comune: vere. Nell’epoca dell’immagine spesso artefatta è stata davvero una preziosa occasione di conoscenza.
Stefania Operto, Genova
Il festival ha permesso l'incontro tra cittadini, meglio ancora in questo caso: l'incontro tra Persone. Nessuno scontro ma grande arricchimento reciproco: questo può essere la sintesi di quello che noi abbiamo percepito e vissuto. I punti in comune, ma anche le differenze: tutto ciò non segna la distanza ma sottolinea la specificità di ogni individuo e evidenzia con semplicità e rigore il grande patrimonio umano che ciascuno può portare per la crescita della società nell'impegno a costruirla e migliorarla. Riteniamo che il multiculturalismo e l'importanza di pensare al plurale siano elementi su cui deve puntare la formazione: ecco perché crediamo indispensabile lavorare in questo senso soprattutto nelle scuole e con i bambini. Gli adulti consapevoli e aperti trovano delle basi salde se provengono da un retroterra fatto di principi sani, cioè dove l'altro non è "il diverso" ma è "il mio vicino (e dunque una parte di me)" che rappresenta "una occasione in più" per muoversi nella vita e meglio comprenderla. Il Festival ha il pregio di intersecare in maniera fruttuosa religioni e tradizioni culturali, senza tirare in ballo aspetti politici, che esulano dal significato della manifestazione e che trovano altri palcoscenici. Il ragionamento e l'accrescimento reciproco, scevri dalla bassa polemica politica autoreferenziale, sono un valore aggiunto a questo Festival, anzi forse un elemento imprescindibile. Riteniamo che la religione e la cultura siano punti fondamentali per la costruzione (o la scoperta) del proprio Sé. Ovviamente intendiamo anche una cultura atea, quella cioè espressa dai non credenti, la cui visione del mondo e le cui istanze si muovono su binari che hanno lo stesso valore e la stessa intensità di quelli espressi da chi ha sentimenti religiosi. E' dunque importante che il Festival prosegua la propria attività e ci auguriamo vorrà tenere ancora in buon conto la nostra partecipazione.
Il festival ha permesso l'incontro tra cittadini, meglio ancora in questo caso: l'incontro tra Persone. Nessuno scontro ma grande arricchimento reciproco: questo può essere la sintesi di quello che noi abbiamo percepito e vissuto. I punti in comune, ma anche le differenze: tutto ciò non segna la distanza ma sottolinea la specificità di ogni individuo e evidenzia con semplicità e rigore il grande patrimonio umano che ciascuno può portare per la crescita della società nell'impegno a costruirla e migliorarla. Riteniamo che il multiculturalismo e l'importanza di pensare al plurale siano elementi su cui deve puntare la formazione: ecco perché crediamo indispensabile lavorare in questo senso soprattutto nelle scuole e con i bambini. Gli adulti consapevoli e aperti trovano delle basi salde se provengono da un retroterra fatto di principi sani, cioè dove l'altro non è "il diverso" ma è "il mio vicino (e dunque una parte di me)" che rappresenta "una occasione in più" per muoversi nella vita e meglio comprenderla. Il Festival ha il pregio di intersecare in maniera fruttuosa religioni e tradizioni culturali, senza tirare in ballo aspetti politici, che esulano dal significato della manifestazione e che trovano altri palcoscenici. Il ragionamento e l'accrescimento reciproco, scevri dalla bassa polemica politica autoreferenziale, sono un valore aggiunto a questo Festival, anzi forse un elemento imprescindibile. Riteniamo che la religione e la cultura siano punti fondamentali per la costruzione (o la scoperta) del proprio Sé. Ovviamente intendiamo anche una cultura atea, quella cioè espressa dai non credenti, la cui visione del mondo e le cui istanze si muovono su binari che hanno lo stesso valore e la stessa intensità di quelli espressi da chi ha sentimenti religiosi. E' dunque importante che il Festival prosegua la propria attività e ci auguriamo vorrà tenere ancora in buon conto la nostra partecipazione.
Anna Deutsch Gottfried, Vicepresidente della Comunità Ebraica di Pisa
Troppe emozioni tutte insieme ! Grazie di cuore
Monica Orsini, insegnante
Ogni volta c'e' del nuovo, profondissimo e commovente. Grazie a tutti e soprattutto a Serena che sa riunire testimonianze e stimoli per un futuro migliore
Lucia Drago
Mostra bellissima, realizzata con competenza e passione
Nicola Messina, naturalista ed esploratore, Montecatini
Un Festival che arricchisce, crea momenti di dialogo e apre nuovi orizzonti. Continuate cosi'
Jennnifer Mensah, Roma
Uno spaccato di autentica speranza verso l’ascolto e il dia-logo, improntato all’apertura e all’accoglienza concreta
Diana Pardini. Direttore di Eraclito 2000 e del Centro Studi Bancari G. Romano di BPS
Ringrazio il Festival per avermi dato la possibilità di affrontare a scuola concetti cosi' importanti. Costruire un percorso didattico sulla diversità e l'uguaglianza per i bambini della scuola dell'infanzia è stata e sarà sempre una sfida che ha dato e darà i suoi frutti interessando anche le famiglie a 360 gradi. I bambini a scuola hanno visitato virtualmente paesi lontani, sopratutto quelli dei compagni di scuola...Africa, Spagna, Germania, Filippine, Giappone. Abbiamo poi inventato una storia che ci ha permesso, tramite la forma del gioco, di interagire divertendoci nel tentativo di risolvere problematiche di comunicazione, dello stare insieme, delle regole comuni. Preparare il cartellone per il concorso del Festival ha permesso ai bambini di progettare e scegliere fra i tanti "bozzetti" che ciascuno aveva preparato...Hanno prestato una cura particolare nei preparativi, un impegno lodevole nell'esecuzione del lavoro ed infine l'emozione di partecipare alla giornata della premiazione. Importante e significativo e' stato anche il corso di formazione per educatori "Gestire la diversita'"che ha contribuito a chiarire e ad arricchire le nostre conoscenze sul campo. Mi auguro che il Festival continui e che il progetto rivolto a bambini e ragazzi divenga un appuntamento fisso per scuole di ogni ordine e grado come confronto di esperienze e progetti, ma sopratutto per stare insieme, per vivere momenti di scambio e di arricchimento, sopratutto a livello umano.
Francesca D'angelo, Educatrice Scuola d'infanzia coinvolta nel progetto formativo Interculturalita'.
Pisa è una città molto accogliente. Per fare buona accoglienza serve una cultura della curiosità e del valore per tutto ciò e tutti coloro che sono diversi (cioè ognuno di noi!); se l'accoglienza poi richiede un'iniziale assistenza per chi arriva in difficoltà e dunque risorse che sono di tutti, è necessaria un'attenta programmazione, per non trasformare l'accoglienza in conflitto sociale e abbandono. Pisa vive alcune contraddizioni in questo senso, e per questo il Festival delle Culture è un'occasione di confronto e dialogo aperto perché impariamo tutti insieme a scioglierle"
Prof.ssa Marilù Chiofalo, Assessora Politiche Educative e Pari Opportunità Comune di Pisa
Un Festival bellissimo, istruttivo, formativo. Un grande augurio per il futuro !
Bruno Frassinesi
Incredibile a dirsi ma devo ammettere che a Pisa qualcosa di interessante si trova. Non spargete la voce, comunque "Viva Livorno"
Daniele Lombardi, Livorno